domenica 24 febbraio 2013

Valerio Magrelli, Soltanto il tempo

Soltanto il tempo veramente scrive
usando come penna il nostro corpo.
Per le strade, nei cinema o in un letto
questa calligrafia va persa
ed è atroce l’incuria
degli dei e degli uomini.
Quello che arriva sulla carta è solo
il commento residuo d’un poema
perennemente disperso.
Chiosa frugale, calcolo d’un racconto,
questo è l’indice ultimo degli indici.

Ora serrata retinae, Fetrinelli, Milano

sabato 23 febbraio 2013

La città


La città — mi dico — dove l’ombra
quasi più deliziosa è della luce
come sfavilla tutta nuova al mattino…
«…asciuga il temporale di stanotte» — ride
la mia gioia tornata accanto a me
dopo un breve distacco.
«Asciuga al sole le sue contraddizioni»
— torvo, già sul punto di credere, ribatto.
Ma la forma l’immagine il sembiante
— d’angelo avrei detto in altri tempi —
risorto accanto a me nella vetrina:
«Caro — mi dileggia apertamente — caro,
con quella faccia di vacanza. E pensi
alla città socialista?».
Ha vinto. E già mi sciolgo: «Non
arriverò a vederla» le rispondo.
Appuntamento a ora insolita, vv. 1-16)
Vittorio Sereni, Poesie, a cura di Dante Isella, Milano, Mondadori, 1995, 

giovedì 7 febbraio 2013

Lasciate tranquilli...

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Lasciate tranquilli quelli che nascono
Lasciate spazio perché possano vivere
Non preparate già tutto pensato
Non leggete a tutti gli stessi libri
Lasciate che siano loro a scoprire l’alba
a dare un nome ai loro baci



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Dejen tranquilos a los que nacen!
Dejen sitio para que vivan!
No les tengan todo pensado,
no les lean el mismo libro,
dejenlos descubrir la aurora
y ponerle nombre a sus besos.



                                             Pablo Neruda