mercoledì 26 febbraio 2014
domenica 23 febbraio 2014
lunedì 17 febbraio 2014
giovedì 13 febbraio 2014
Virginia Woolf "AZZURRO E VERDE"
VERDE
Le puntute dita di vetro pendono all'ingiù.
Scivola la luce lungo il vetro, e sgocciola una pozza di verde.
Per tutto il giorno le dieci dita del lampadario sgocciolano verde sopra il marmo.
Anche le penne dei parrocchetti - le loro aspre strida lame affilate di palmizi: verdi; verdi aghi scintillanti al sole.
Ma il duro vetro continua a sgocciolare sul marmo; le pozze si librano sopra la sabbia del deserto; in mezzo si acquattano i cammelli; le pozze si fermano sul marmo; orlate di giunchi; intasate di alghe; qua e là un bocciolo bianco; un tonfo di rana; la notte le stelle vi brillano ininterrotte.
Viene la sera, e l'ombra spazza il verde sopra la mensola; increspata superficie d'oceano.
Nessuna nave arriva; vane le onde fluttuano sotto il cielo vuoto.
E' notte; gli aghi sgocciolano chiazze di azzurro.
Il verde è cancellato.
AZZURRO
Il mostro dal naso camuso viene a galla e sprizza dalle narici schiacciate due colonne di acqua, che, bianco-ardente nel centro, si sfrangiano in spruzzi di perle azzurre.
Pennellate di azzurro segnano la nera incerata della sua pellaccia.
Versando acqua da bocca e narici affonda, gravido d'acqua, e l'azzurro si richiude sopra di lui coprendo i ciottoli levigati dei suoi occhi.
Sbattuto sulla spiaggia egli giace, tronco, ottuso, perdendo aride scaglie azzurre.
Il loro azzurro metallico macchia il ferro arrugginito della spiaggia.
Azzurre sono le costole della barchetta naufragata.
Un'onda rotola sotto le campanule azzurre.
Ma la cattedrale è diversa, fredda, greve d'incensi, di un azzurro sbiadito di veli di madonne.
Scivola la luce lungo il vetro, e sgocciola una pozza di verde.
Per tutto il giorno le dieci dita del lampadario sgocciolano verde sopra il marmo.
Anche le penne dei parrocchetti - le loro aspre strida lame affilate di palmizi: verdi; verdi aghi scintillanti al sole.
Ma il duro vetro continua a sgocciolare sul marmo; le pozze si librano sopra la sabbia del deserto; in mezzo si acquattano i cammelli; le pozze si fermano sul marmo; orlate di giunchi; intasate di alghe; qua e là un bocciolo bianco; un tonfo di rana; la notte le stelle vi brillano ininterrotte.
Viene la sera, e l'ombra spazza il verde sopra la mensola; increspata superficie d'oceano.
Nessuna nave arriva; vane le onde fluttuano sotto il cielo vuoto.
E' notte; gli aghi sgocciolano chiazze di azzurro.
Il verde è cancellato.
AZZURRO
Il mostro dal naso camuso viene a galla e sprizza dalle narici schiacciate due colonne di acqua, che, bianco-ardente nel centro, si sfrangiano in spruzzi di perle azzurre.
Pennellate di azzurro segnano la nera incerata della sua pellaccia.
Versando acqua da bocca e narici affonda, gravido d'acqua, e l'azzurro si richiude sopra di lui coprendo i ciottoli levigati dei suoi occhi.
Sbattuto sulla spiaggia egli giace, tronco, ottuso, perdendo aride scaglie azzurre.
Il loro azzurro metallico macchia il ferro arrugginito della spiaggia.
Azzurre sono le costole della barchetta naufragata.
Un'onda rotola sotto le campanule azzurre.
Ma la cattedrale è diversa, fredda, greve d'incensi, di un azzurro sbiadito di veli di madonne.
(V. Woolf, Tutti i racconti)
martedì 11 febbraio 2014
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