giovedì 10 febbraio 2022

La spirale

 "Quando uno è  giovane,  ha davanti a sè l'evoluzione intera, con tutte le vie aperte,  e nello stesso tempo  può godersi il fatto di essere lì sullo scoglio, polpa di mollusco piatta e umida e beata."


Italo Calvino, "La spirale",  ultimo racconto de Le cosmicomiche, Einaudi  

(grazie a una suggestione di Domenico Scarpa)

sabato 5 febbraio 2022

Ringraziare

 "..............................

per i bambini che sono

nostre divinità domestiche"

(Mariangela Gualtieri, "Bello mondo" - grandi polemiche per la lettura di Jovanotti a Sanremo. 
Lei al Tg, con un buffo cappellino e la sua voce mite, dice che è una poesia corale, fatta di versi e parole di molti  poeti, Borges e altri. 
Io dico che non ce n'è mai abbastanza, di poesia.  In questi giorni passati con Edo, sono questi due i versi che mi risuonano più intimamente)

sabato 22 gennaio 2022

Manganelli, la macchina del mondo

 "Trasudando e gemendo, la grande macchina del mondo si avvia alla propria distruzione. Tutti gli uomini sono degli apprendisti suicidi. C'è chi indugia il passo fatale: fluttua, si dimentica. E chi, invece, vede nelle cose una "giustapposizione di polvere": ad ogni colpo blasfemo di clacson, già ascolta la tromba del Giudizio. Costui divide in vita la compagnia dei morti, dei non nati, dei misti di vita e di morte; e annota "gli scricchi compitati dai sassi, le smozzicate ragioni degli insetti le confessioni dei vegetali agonizzanti".

 

Giorgio Manganelli, testo inedito nato come presentazione di Hilarotragoedia, 1964 

martedì 4 gennaio 2022

Celati e Gadda

 

Ora che anche Gianni Celati se ne è andato, mi risuona una strana consonanza. Ripeto tra me il finale di  "Verso la foce"

"Se adesso cominciasse a piovere ti bagneresti, se questa notte farà freddo la tua gola ne soffrirà, se torni indietro a piedi nel buio dovrai farti coraggio, se continui a vagare sarai sempre più sfatto.  Ogni fenomeno è in sé sereno. Chiama le cose perché restino con te fino all’ultimo.”


E mi pare così vicina al finale dell'amatissima "Cognizione del dolore"  di Carlo Emilio Gadda

E alle stecche delle persiane già l’alba. Il gallo, improvvisamente, la suscitò dai monti lontani, perentorio ed ignaro, come ogni volta. La invitava ad accedere e ad elencare i gelsi, nella solitudine della campagna apparita.”  

E' qui  che dobbiamo cercare?