giovedì 11 gennaio 2024

giovedì 4 gennaio 2024

Impalcature

 Mario Benedetti dice del suo romanzo "Impalcature" (Nottetempo '19)  che non è un romanzo vero e proprio ma un "sistema di impalcature". E' il romanzo del ritorno; ma

 "l'esule che rientra non si trova di fronte a un aggregato sociale nè a un paese ufficiale o ufficioso, ma al proprio paese personale, quello che si portava dentro e lo attendeva fuori" 

Di qui il confronto sui continui cambiamenti esterni ed interni. Anche la democrazia è

 "un regime in perenne costruzione, il cui edificio non sarà mai terminato." 

Ecco l'importanza delle IMPALCATURE


Il luogo in cui si torna è sempre un altro

La gare a cui si torna è un'altra,

Non c'è più la stessa gente nè la stessa luce,

nè la stessa filosofia.

Fernando Pessoa


(Forse consola, pensare di essere delle impalcature. A volte velate, o dipinte; o rozze e nude. Ma sempre fatte di pali, di passatoie, di assi. Sempre in tensione verso l'alto, ma con la paura di crollare. Sempre al posto di. Sempre teatro.)

(Paul Klee)



martedì 2 gennaio 2024

Fantasmi

 Il teatro è la casa dei fantasmi, dice Fabrizio Gifuni. E pensa al padre di Amleto, a Banco in Macbeth, ma anche a Moro e a Pasolini, che "non hanno avuto degna sepoltura."



mercoledì 27 dicembre 2023

Tempo fermo

 Bella, la mattina del 27 dicembre, quando, chiuse le feste, ci si può perdere a scoprire questo quadro di Carpaccio, Le due dame.  E tutto partendo da un commento di Cristina Campo.



"Ancora un’opera perfetta ottenuta per contrari… Sulla leggiadra terrazza ogni forma di bellezza è raccolta, come in un’immagine araldica: i fiori, i cagnolini, le bianche tortore domestiche, i pavoni dalle code preziose, i melograni più ardenti del rubino. L’aria è calmissima, quasi bronzea nello spessore profondo dell’azzurro. È l’ora immobile, profondamente bella, che si vorrebbe arrestare. E «A che serve?» sembrano gridare in silenzio i due sguardi fissi, di una mitezza senza centro, perduta, i due vuoti e puri profili, uguali come due cose uguali, come due minerali in un trattato, due piante acquatiche: robuste e prigioniere."(Cristina Campo, "Parco dei cervi", in Gli imperdonabili)

 

https://www.visitmuve.it/it/galleria-delle-opere/vittore-carpaccio-due-dame-veneziane/

giovedì 10 febbraio 2022

La spirale

 "Quando uno è  giovane,  ha davanti a sè l'evoluzione intera, con tutte le vie aperte,  e nello stesso tempo  può godersi il fatto di essere lì sullo scoglio, polpa di mollusco piatta e umida e beata."


Italo Calvino, "La spirale",  ultimo racconto de Le cosmicomiche, Einaudi  

(grazie a una suggestione di Domenico Scarpa)

sabato 5 febbraio 2022

Ringraziare

 "..............................

per i bambini che sono

nostre divinità domestiche"

(Mariangela Gualtieri, "Bello mondo" - grandi polemiche per la lettura di Jovanotti a Sanremo. 
Lei al Tg, con un buffo cappellino e la sua voce mite, dice che è una poesia corale, fatta di versi e parole di molti  poeti, Borges e altri. 
Io dico che non ce n'è mai abbastanza, di poesia.  In questi giorni passati con Edo, sono questi due i versi che mi risuonano più intimamente)

sabato 22 gennaio 2022

Manganelli, la macchina del mondo

 "Trasudando e gemendo, la grande macchina del mondo si avvia alla propria distruzione. Tutti gli uomini sono degli apprendisti suicidi. C'è chi indugia il passo fatale: fluttua, si dimentica. E chi, invece, vede nelle cose una "giustapposizione di polvere": ad ogni colpo blasfemo di clacson, già ascolta la tromba del Giudizio. Costui divide in vita la compagnia dei morti, dei non nati, dei misti di vita e di morte; e annota "gli scricchi compitati dai sassi, le smozzicate ragioni degli insetti le confessioni dei vegetali agonizzanti".

 

Giorgio Manganelli, testo inedito nato come presentazione di Hilarotragoedia, 1964 

martedì 4 gennaio 2022

Celati e Gadda

 

Ora che anche Gianni Celati se ne è andato, mi risuona una strana consonanza. Ripeto tra me il finale di  "Verso la foce"

"Se adesso cominciasse a piovere ti bagneresti, se questa notte farà freddo la tua gola ne soffrirà, se torni indietro a piedi nel buio dovrai farti coraggio, se continui a vagare sarai sempre più sfatto.  Ogni fenomeno è in sé sereno. Chiama le cose perché restino con te fino all’ultimo.”


E mi pare così vicina al finale dell'amatissima "Cognizione del dolore"  di Carlo Emilio Gadda

E alle stecche delle persiane già l’alba. Il gallo, improvvisamente, la suscitò dai monti lontani, perentorio ed ignaro, come ogni volta. La invitava ad accedere e ad elencare i gelsi, nella solitudine della campagna apparita.”  

E' qui  che dobbiamo cercare? 

mercoledì 29 dicembre 2021

L'inizio di un sorriso (Klee)

 

Se voglio troppo, non darmi niente. 

Dammi una faccia allegra solamente. 

(Gianni Rodari, Filastrocca di Capodanno)

lunedì 27 dicembre 2021

 

Il mondo è sottile e piano 

pochi elefanti vi girano, ottusi.


Amelia Rosselli, "I fiori vengono in dono"

lunedì 13 dicembre 2021

 Dal nove gennaio al 13 dicembre il tempo è stato un cucchiaio. Ha raccolto idee e fatti, gioie, privazioni. Li ha tenuti nella sua curva, come una mano piegata, un cono d'ombra. li ha mescolati e lasciati cadere nel fondo. Li ha salvati. Stanno lì. dentro il loro brodo. Mi affaccio al mio cucchiaio e oggi mi dico ANDIAMO AVANTI.




sabato 9 gennaio 2021

Barthes

 Per iniziare un laboratorio di scrittura a scuola con l'immancabile "Mi piace non mi piace" prendo fuori il mio "Barthes di Roland Barthes". Ci trovo il cartellino azzurro del mio letto d'ospedale a Parigi, 1982.  Ripercorro  il volume e  la luce che emana è ancora folgorante, forse più acuta e più calda di allora. Trovo tante sottolineature che ricalcherei, trovo nuovi punti in cui soffermarmi. Scopro (non me ne ricordavo) che la traduzione è di Gianni Celati.  Lo percorro in un misto di struggimento ed esaltazione e non lo ripongo, ma lo appoggio sul tavolino sopra agli "Esercizi di fantasia" di Gianni Rodari comprati da poco. Mi diverte questo s/composto binomio fantastico. 




domenica 24 maggio 2020

Forster, Casa Howard, 1910

  
“Noi sappiamo che c’è la poesia. Noi sappiamo che c’è la morte. Loro possono soltanto accettarle per sentito dire. Noi sappiamo che questa è la nostra casa, perché c’è la nostra atmosfera. Oh, loro possono prendersi gli atti di proprietà e le chiavi, ma per questa unica notte noi siamo a casa”.

venerdì 17 aprile 2020

Diventare libro

"Quand'ero piccolo, da grande volevo diventare un libro. Non uno scrittore, un libro: perchè le persone le si può uccidere come formiche. Anche uno scrittore, non è difficile ucciderlo. Mentre un libro, quand'anche lo si distrugga con metodo, è probabile che un esemplare comunque si salvi e preservi la sua vita di scaffale,  una vita eterna, muta, su un ripiano dimenticato in qualche sperduta biblioteca, a Reykjavick, Valladolid, Vancouver."

Amos Oz, Una storia di amore e tenebra, Feltrinelli 2006

(Da questo libro il film "Sognare è vivere": resta nel cuore la figura dalla madre narratrice)

sabato 14 marzo 2020

Elvio Facchinelli, Grottesche. Notizie, racconti, apparizioni.


22. La pioggia di notte come un passo nel corridoio

88 Una vecchina in autobus sorride (quasi in anticipo) appena scorge un bambino; se parla, esplode in "caro", "bravo", eccetera. L'idea di un meccanismo, di un riflesso

165  "Anche le persone deperiscono, si sgretolano come le case"

378 Una vecchia coppia. Da sempre litigano. Alla fine litigano anche su chi dorme di meno.

(dopo tre anni di silenzio. Siamo dentro al coronavirus)

giovedì 30 marzo 2017

Pessoa, la vita non basta


“La letteratura, come tutta l'arte,
 è la dimostrazione che la vita non basta" (Fernando Pessoa)

lunedì 4 aprile 2016

Chi se ne è andato


Chi se ne è andato non desidera tornare.
Pensiamo che si strugga per il mondo
prestandogli la nostra nostalgia.
L’oleandro che trema, l’abete
che si sfrangia più latteo nella luna
e tutta la bellezza incomprensibile
che ci ostiniamo a raccontare.
Se i morti vedono ci guardano scrutare l’illusione di  un muro
bussare per entrare o chiamare
come i pazzi che cullano le pietre
bisbigliando loro: amore.

(Antonella Anedda, Salva con nome)

giovedì 14 gennaio 2016

Luce-radici



Solo la luce che ininterrottamente discende dal cielo fornisce a un albero l’energia che fa penetrare a fondo nel terreno le possenti radici.

In verità l’albero è radicato nel cielo.

Simone Weil, La persona e il sacro, Adelphi

mercoledì 30 dicembre 2015

Gli dei non si pensano


Segui il tuo destino,
annaffia le tue piante,
ama le tue rose.
Il resto è l'ombra
di alberi estranei.

La realtà

sempre è di più o di meno
di quello che vogliamo.
Solo noi siamo sempre
uguali a noi stessi.

Dolce è vivere solo.

Grande e nobile è sempre
semplicemente vivere.
Lascia il dolore sulle are
come ex-voto agli dèi.

Guarda da lontano la vita,

senza mai interrogarla.
Essa niente può dirti.
La risposta 
sta al di là degli dèi.

Ma serenamente imita l'Olimpo

dentro il tuo cuore.
Gli dèi sono dèi
perché non si pensano.
(1.7.1916)


Fernando Pessoa,  Una sola moltitudine, v. II, Adelphi, 1984)



lunedì 28 dicembre 2015

Leggere a Natale


"Vedete, devo dire che c'è una tradizione a Mårbacka, 

che quando si va a dormire la Vigilia di Natale si 


ha il permesso di avvicinare un tavolino al letto, metterci sopra una candela, e poi leggere finché si 


vuole. 


Questa è la più grande di tutte le gioie di Natale. Non c'è niente di più bello che starsene lì sdraiati con 


un bel libro avuto in regalo, un libro nuovo che non si è ancora mai visto e che nessun altro in casa 


conosce, e sapere che si può leggere pagina dopo pagina finché si riesce a stare svegli. 


Ma cosa si fa la notte di Natale, se non si sono ricevuti libri?"



 (Selma Lagerlöf, Il libro del Natale, Iperborea 2012)

domenica 27 dicembre 2015

mercoledì 16 dicembre 2015

Storie della buonanotte

«Mentre leggeva a James – come stava facendo – […] , si chiedeva: perché devono crescere, e perdere tutto questo? Perché dovevano andare a scuola? […] E sfiorandogli i capelli con le labbra, pensò: non sarà mai felice com’è adesso. […] Voltò pagina; mancavano poche righe alla fine della favola, quindi l’avrebbe finita anche se era passata l’ora in cui i bambini andavano a letto».

Virginia Woolf, Al faro.