domenica 30 settembre 2012

Roberto Roversi (Bologna, 28 gennaio 1923 – Bologna, 14 settembre 2012)


...
È morto il capitano. Cade
in mare ogni luce di festa
dai giovani cuori; a riva
le donne attendono ammucchiate
....
(Dopo Campoformio)

....

Quanto c’è da fare perché una poesia sia una poesia
non solo correggere ma anche camminare
...
(La partita di calcio)


...
Può la morte ordire il suo acuminato massacro
ridurre in cenere il delfino
il vascello in fuoco
la sovrastante nuvola in ciclone e
travolgere la vita?
Il fervore trascinato in gorgo
l’esistente in un attimo è scomparso
giovinezza è il ricordo poi sull’occhio ottuso
del cielo interminabile di tetti
e alla fine dimenticare la tomba
dei vecchi eroi?
Quante primavere gli uomini fuggitivi
abbandonano alle giovani ali che arrivano portate dal
garbino?
Si può considerare l’opportunità di non rassegnarsi
bruciare il carro del vincitore
anche le nostre bandiere.
Per favore.

(L'Italia sepolta sotto la neve)




mercoledì 5 settembre 2012

Tutto passa

«Che cosa resta di una vita? Che resta mai, una volta eliminati i poiché dunque infatti tuttavia, di una vita? Della sottile tessitura di una vita? Pochissimo. Qualche momento forte, tre, quattro, cinque. Forse venti, in esistenze frenetiche. Si vive alla giornata, esagerando piccoli eventi, ho fatto questo, non ho fatto quello, e un’iniziativa da prendere, un ritardo da recuperare, emergenze da risolvere, impegni da mantenere, ma alla resa dei conti, non resterà niente o ben poco di tutti questi anni. 

Nuota. È una vecchia soddisfazione, per lei, saper nuotare. Aver saputo, prima della maggior parte degli altri allievi della sua classe, nuotare, o galleggiare, o anche soltanto entrare in acqua senza timore, senza l’idea di affogare. Tutto galleggia». 

Bernard Comment,  Tutto passa, Sellerio 2012

domenica 2 settembre 2012

L'ultima cosa...



....che si impara scrivendo un libro è come cominciare.

Blaise Pascal, Pensieri


sabato 1 settembre 2012

La signora Dalloway disse che i fiori li avrebbe comprati lei

Nuova traduzione per Einaudi di Anna Nadotti de "La signora Dalloway "di Virginia Woolf. 
Introduzione di Antonella Anedda


"Noi non conosciamo la nostra anima, figuriamoci l'anima degli altri. Gli esseri umani non procedono mano nella mano per tutta la strada. C'è una foresta vergine in ognuno;: un campo innevato dove anche l'impronta di un uccello è sconosciuta. Qui procediamo da soli, e ci piace di più così. Essere sempre compatiti, essere sempre accompagnati, essere sempre compresi sarebbe intollerabile."
Virginia Woolf


"Gli esseri umani non hanno se non qualche tregua. Un giardino illuminato, uno sguardo, delle voci tra i cespugli e gesti minimi, quotidiani: uscire di casa, comprare dei fiori."
Antonella Anedda