domenica 30 settembre 2012
Roberto Roversi (Bologna, 28 gennaio 1923 – Bologna, 14 settembre 2012)
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È morto il capitano. Cade
in mare ogni luce di festa
dai giovani cuori; a riva
le donne attendono ammucchiate
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(Dopo Campoformio)
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Quanto c’è da fare perché una poesia sia una poesia
non solo correggere ma anche camminare
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(La partita di calcio)
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Può la morte ordire il suo acuminato massacro
ridurre in cenere il delfino
il vascello in fuoco
la sovrastante nuvola in ciclone e
travolgere la vita?
Il fervore trascinato in gorgo
l’esistente in un attimo è scomparso
giovinezza è il ricordo poi sull’occhio ottuso
del cielo interminabile di tetti
e alla fine dimenticare la tomba
dei vecchi eroi?
Quante primavere gli uomini fuggitivi
abbandonano alle giovani ali che arrivano portate dal
garbino?
Si può considerare l’opportunità di non rassegnarsi
bruciare il carro del vincitore
anche le nostre bandiere.
Per favore.
(L'Italia sepolta sotto la neve)