Bella, la mattina del 27 dicembre, quando, chiuse le feste, ci si può perdere a scoprire questo quadro di Carpaccio, Le due dame. E tutto partendo da un commento di Cristina Campo.
"Ancora un’opera perfetta ottenuta per contrari… Sulla leggiadra terrazza ogni forma di bellezza è raccolta, come in un’immagine araldica: i fiori, i cagnolini, le bianche tortore domestiche, i pavoni dalle code preziose, i melograni più ardenti del rubino. L’aria è calmissima, quasi bronzea nello spessore profondo dell’azzurro. È l’ora immobile, profondamente bella, che si vorrebbe arrestare. E «A che serve?» sembrano gridare in silenzio i due sguardi fissi, di una mitezza senza centro, perduta, i due vuoti e puri profili, uguali come due cose uguali, come due minerali in un trattato, due piante acquatiche: robuste e prigioniere."(Cristina Campo, "Parco dei cervi", in Gli imperdonabili)
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