Dei traslochi – che in generale destabilizzano la vita – amo l’illusione che la nostra vita passata possa essere suddivisa per scatole. L’idea che tutto quello che è stato possa di colpo essere riorganizzato, catalogato. Amo, in fondo, l’idea che durante un trasloco ci si possa illudere di pacificare il caos del nostro passato. E di conseguenza l’idea che pacificando il caos del passato ci si possa assicurare anche un futuro più amichevole. Per questo quando infilo le cose nelle scatole mi sento disciplinato e alleggerito. Alla fine, scrivo una parola su ogni scatola (“Scarpe”, “Cose cucina”, “Bagno 1” etc), conto in quante scatole sta la mia vita, e il conteggio mi rassicura.
(Andrea Bajani racconta come è nato "La vita non è in ordine alfabetico")
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lunedì 8 settembre 2014
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