[...]Parlare con
i morti, incontrare fantasmi, è ciò che accomuna l’esercizio della filosofia e
della letteratura fin delle origini.
Per dirlo in una
frase, una frase che compendi in un comune avvenire gli spettri di Derrida e i
miei, né Ulisse né Dante, né Amleto, né Shakespare, né Marx, né Jacques
Derrida, sarebbero stati capaci di ritornare a casa, se prima non avessero
parlato con dei fantasmi.
Né Enea, l’eroe della nostalgia irrimediabile e senza
ritorno, sarebbe stato capace di reinventarsela. [...]
(Beppe Sebaste, dal suo blog, in un intervento su Derrida)