«Anna Arkad’evna leggeva e capiva, ma non
provava piacere a leggere e a seguire il riflesso
della vita degli altri. Aveva troppa voglia di
viverla lei, la vita. Leggeva che l’eroina del
romanzo vegliava un malato e le veniva voglia di
camminare in punta di piedi per la camera del
malato; leggeva che un membro del parlamento
faceva un discorso e le veniva voglia di
pronunciare lei quel discorso; leggeva che lady
Mary inseguiva a cavallo un branco di bestie,
provocando la cognata e facendo meravigliare
tutti del suo ardire, e le veniva voglia di far lei
tutto questo. Non c’era nulla da fare, invece, e
rigirando il coltellino liscio fra le piccole mani, si
sforzava di leggere».
Lev Tolstoj, “Anna Karenina”