Gianni Celati, (a cura di) Alice disambientata, Firenze: Le Lettere 2007
Materiali collettivi (su Alice) per un manuale di sopravvivenza, Bologna, 1976/77
Le poesiole per bimbi dell'epoca vittoriana. La letteratura didattica per l'infanzia, che Alice recita ma sbaglia sempre. (...) Queste erano poesiole-regalo ai bambini che obbedivano. Pericolo! attenzione! dovunque pericoli! Dire no. Riambientare i propri corpi sulla negazione e sulla difensiva. Corpi che hanno interiorizzato la disciplina.
La scuola: Sistema per ambientare ciascuno al suo posto, evitare la distribuzione per gruppi di spaesati, per bande sregolate. Sciogliere ogni modo di occupazione collettiva e svagata dello spazio. (...)
La letteratura per l'infanzia serviva a tutto questo, come si vede dalle poesiole didattiche. Sono libri per bambini buoni, contro i bambini anarchici e incontrollabili. Riambientare il bamtino in uno spazio dove, anche se non c'è sorveglianza, lui si sente sorvegliato.
Erano così le fiabe antiche? predicavano le stesse cose? inculcavano lo stesso tipo di timori? Nelle fiabe antiche c'è un dentro e un fuori. (...) La fiaba allora insegna un modello di comportamento anche per le zone dove l'individuo non è protetto dai rapporti sociali di alleanza e di parentela.
Tutto diverso dalla tecnica culturale della letteratura moderna (in particolare ottocentesca) per l'infanzia, che insegna invece ad evitare il fuori, l'estraneità, il pericolo, le contaminazioni: Insegna ad evitare di brutto tutto quello che è disambientamento.