"...E non s'è egli mostrato sommamente ammirabile Iddio nel variare in cento e più diverse maniere il circolarsi e ravvolgersi d'una chiocciola in sé stessa? Puossi dir cosa più eguale, più determinata e più semplice, e pur nelle mani sue divenuta capevole di sì grand'arte?
Alcune si girano con volute, campate l'una fuori dell'altra appunto come se si attorcigliassero intorno a un fuso: e procedendo in lungo assottigliano e fino in punta digradano con ragione.
Altre, all'opposto, tutte in loro stesse ritornano; e dicami Archimede, che sì ingegnosamente ne scrisse: chi insegna loro a condurre una linea in ispira, sì perfettamente che in nulla non ismisuri? Dicammi gli architetti, che tanto penano a disegnar con regola le volute, e pur non mai altro che false, mentre, per più non sapere, le compongono d'alcuna parte di circolo, e circolo elle non sono, avvegnaché circolari: chi ne ha infusa la regola alle chiocciole, nate maestre in un'arte di cui essi ancor non si veggono buoni discepoli?
Di queste poi, quelle che chiaman veneree, e le in parte lor somiglianti, nulla mostran di fuori come s'attorcano, ma, ricoverte d'un nicchio che parte s'inarca e parte spiana, quivi entro s'avviluppano sì che punto non pare.
Altre, da un grosso capo tutto incoronato o di merli o di pennacchini o d'una cresta che serpeggia intorno, van giù a poco a poco mancando fino a stringersi come un paleo.
Altre covano alquanto, e sembra che portino cupolette e capannucci l'un sopra l'altro.
Ve ne ha delle schiacciate, delle ritonde, delle increspate, delle distese e aperte, delle tutte in loro medesime aggomitolate.
Ma in qualunque foggia diverse o, come sogliam dire, cavate di fantasia, tutte con decoro, con avvenenza, con garbo, tal che di mille che ne avrete davanti non saprete qual sia la più ingegnosamente foggiata: e dico anche, se pur è da dirsi, le lavorate ad opera strapazzata, ché quel medesimo in che sembrano incolte è negligenza ad arte, per far vedere una deformità con grazia, una rozzezza con maestà, un mostro, ma di bellezza.
Alcune si girano con volute, campate l'una fuori dell'altra appunto come se si attorcigliassero intorno a un fuso: e procedendo in lungo assottigliano e fino in punta digradano con ragione.
Altre, all'opposto, tutte in loro stesse ritornano; e dicami Archimede, che sì ingegnosamente ne scrisse: chi insegna loro a condurre una linea in ispira, sì perfettamente che in nulla non ismisuri? Dicammi gli architetti, che tanto penano a disegnar con regola le volute, e pur non mai altro che false, mentre, per più non sapere, le compongono d'alcuna parte di circolo, e circolo elle non sono, avvegnaché circolari: chi ne ha infusa la regola alle chiocciole, nate maestre in un'arte di cui essi ancor non si veggono buoni discepoli?
Di queste poi, quelle che chiaman veneree, e le in parte lor somiglianti, nulla mostran di fuori come s'attorcano, ma, ricoverte d'un nicchio che parte s'inarca e parte spiana, quivi entro s'avviluppano sì che punto non pare.
Altre, da un grosso capo tutto incoronato o di merli o di pennacchini o d'una cresta che serpeggia intorno, van giù a poco a poco mancando fino a stringersi come un paleo.
Altre covano alquanto, e sembra che portino cupolette e capannucci l'un sopra l'altro.
Ve ne ha delle schiacciate, delle ritonde, delle increspate, delle distese e aperte, delle tutte in loro medesime aggomitolate.
Ma in qualunque foggia diverse o, come sogliam dire, cavate di fantasia, tutte con decoro, con avvenenza, con garbo, tal che di mille che ne avrete davanti non saprete qual sia la più ingegnosamente foggiata: e dico anche, se pur è da dirsi, le lavorate ad opera strapazzata, ché quel medesimo in che sembrano incolte è negligenza ad arte, per far vedere una deformità con grazia, una rozzezza con maestà, un mostro, ma di bellezza.
L'intero testo si trova in: http://www.intratext.com/IXT/ITA1839/