mercoledì 4 novembre 2009

Manganelli sulla scuola

Giorgio Manganelli, Improvvisi per macchina da scrivere, Adelphi 2003


"Non v’è dubbio che la scuola sia sempre un luogo insieme familiare e non amato, un luogo di fatica e di ore parte noiose e parte ansiose. Si può rendere la scuola un luogo amabile, divertente, un luogo di indimenticabili gioie dell’intelligenza giovanile, quella intelligenza che, alacre e curiosa, comincia a vivere? Ne dubito; vi è qualcosa di innaturale nella scuola dell’ultimo secolo, che non mi pare emendabile: dal modo di reclutare gli insegnanti, dalle bizzarrie degli orari, che giustappongono matematica e letteratura, arte e chimica, costringendo l’intelligenza dell’allievo ad una disponibilità distratta, priva di passione e di coinvolgimento
drammatico.
Lo stesso insegnante, vagabondo di aula in aula, vincolato ad orari e scadenze che non sceglie, non potrà ritrovare dentro di sé quella condizione che sola consente di consegnare agli altri qualcosa che ci appartiene nel profondo.
Nella scuola si amministrano senza gioia materie di gioia ... E poi, i voti! Quel desiderio impuro e corrotto di essere approvati, accettati, giudicati buoni; è un vizio che ci porteremo dietro tutta la vita, e sempre o cautamente mendicheremo il “voto” di qualcuno ...
Che Pinocchio abbia ragione, lo sentiamo nelle nostre viscere; ma vivere non significa avere ragione; significa aver torto. Se la scuola delude, se la scuola copre di noia discorsi densi di inesauribile letizia dell’anima, forse questo appunto è il suo compito: avviare il giovinetto incauto e ruvidamente allegro alla delusione di esistere. Tutti gli errori che si accumulano nella scuola formano, quasi per caso, una grande e difficile esperienza, un percorso obbligato, un labirinto nel quale si entra drammaticamente intensi come solo un fanciullo può essere, per uscire oscuramente offesi, pronti alle ulteriori offese a venire. Del tempo della scuola resterà nella nostra vita un’intensa memoria di volti senza tempo, di “compagni” e “compagne” insieme lontanissimi e indimenticabili; e la lunga fatica della scuola sarà tutt’uno con la lunga fatica di vivere"