"J'écris pour me parcourir. Peindre, composer, écrire: me parcourir. Là est l'aventure d'être en vie" (Passages,1950): "Scrivo per percorrermi. Dipingere, comporre, scrivere: percorrermi. E' lì l'avventura d'essere in vita"
"Par la voie des rytmes", zincografia, 1974:
Henry Michaux (poeta e pittore surrealista belga, naturalizzato francese)
Scrive di lui Gianni Celati: "In tutti i libri di Michaux la scrittura sembra qualcosa che viene fuori come una secrezione naturale, come la bava delle lumache, come la tela del ragno, come un porro sulla pelle, o come gli escrementi che ogni giorno evacuiamo. Si sente che non c’è mai il problema di dimostrare qualcosa, ma solo di lasciar fluire una secrezione che lascia tracce sulla pagina.
Perciò a momenti è così rasserenante. Perché in lui non c’è niente dell’“artista creatore”, niente di queste pretese di serietà artificiale. Lui lascia andare avanti le frasi per vedere cosa si inventano.
Ma mentre un mercato di professionisti ci scaraventa addosso mattoni con centinaia di pagine da leggere in fretta per arrivare alla fine inebetiti, Michaux spesso ci lascia lieti e sazi con poche righe".
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