sabato 21 gennaio 2012
Attilio Bertolucci, Al fratello
Un giorno amaro l'infinita cerchia
dei colli
veste di luce declinante,
e già trabocca sulla pianura
un autunno di foglie.
Più freddi ora dispiega i suoi vessilli
d'ombra il tramonto,
un chiaro lume nasce
dove tu dolce manchi
all'antica abitudine serale.
Attilio Bertolucci, Le poesie, Garzanti Milano 1998
giovedì 19 gennaio 2012
Risveglio
Per prima cosa al mattino
vedere se la pendola ha tenuto il tempo
se ha fatto presa la colla sul vecchio libro
se è sbocciato un tal fiore:
controlli soddisfacenti
per avviare le ore.
Luciano Erba, L'ipotesi circense, Garzanti, Milano, 1995
vedere se la pendola ha tenuto il tempo
se ha fatto presa la colla sul vecchio libro
se è sbocciato un tal fiore:
controlli soddisfacenti
per avviare le ore.
Luciano Erba, L'ipotesi circense, Garzanti, Milano, 1995
sabato 14 gennaio 2012
Kierkegaard, la gioia
«Il
giglio e l’uccello, i gioiosi maestri di gioia, sono la gioia stessa perché
sono incondizionatamente gioiosi. Colui infatti la cui gioia dipende da
determinate condizioni non è la gioia stessa, la sua gioia è nelle condizioni,
è condizionata da esse. [...]
Ma il loro insegnamento di gioia, che di nuovo la loro vita esprime, è con grande brevità il seguente: c’è un oggi che è, sì, un’enfasi infinita cade su questo è. C’è un oggi e non c’è nessuna, proprio nessuna preoccupazione per il domani, o per il giorno seguente.
Non è leggerezza quella del giglio e dell’uccello, è invece la gioia del silenzio e dell’obbedienza. Perché quando tu taci nel silenzio solenne, quale è in natura, non esiste il domani; e quando tu obbedisci, come obbedisce il creato, non c’è il domani, quel giorno maledetto, l’invenzione della chiacchiera e della disobbedienza. [...]
Che cos’è la gioia, che cos’è essere gioiosi? È essere davvero presenti a se stessi. Ma l’essere davvero presenti a se stessi è questo “oggi”, è essere oggi, essere davvero oggi. »
(S. Kierkegaard, Il giglio nel campo e l’uccello nel cielo. Discorsi 1849-1851, a cura di Ettore
Rocca, Donzelli, Roma 2011
http://www.donzelli.it/libro/2298
Ma il loro insegnamento di gioia, che di nuovo la loro vita esprime, è con grande brevità il seguente: c’è un oggi che è, sì, un’enfasi infinita cade su questo è. C’è un oggi e non c’è nessuna, proprio nessuna preoccupazione per il domani, o per il giorno seguente.
Non è leggerezza quella del giglio e dell’uccello, è invece la gioia del silenzio e dell’obbedienza. Perché quando tu taci nel silenzio solenne, quale è in natura, non esiste il domani; e quando tu obbedisci, come obbedisce il creato, non c’è il domani, quel giorno maledetto, l’invenzione della chiacchiera e della disobbedienza. [...]
Che cos’è la gioia, che cos’è essere gioiosi? È essere davvero presenti a se stessi. Ma l’essere davvero presenti a se stessi è questo “oggi”, è essere oggi, essere davvero oggi. »
(S. Kierkegaard, Il giglio nel campo e l’uccello nel cielo. Discorsi 1849-
http://www.donzelli.it/libro/2298
lunedì 2 gennaio 2012
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