La città — mi dico — dove l’ombra
quasi più deliziosa è della luce
come sfavilla tutta nuova al mattino…
«…asciuga il temporale di stanotte» — ride
la mia gioia tornata accanto a me
dopo un breve distacco.
«Asciuga al sole le sue contraddizioni»
— torvo, già sul punto di credere, ribatto.
Ma la forma l’immagine il sembiante
— d’angelo avrei detto in altri tempi —
risorto accanto a me nella vetrina:
«Caro — mi dileggia apertamente — caro,
con quella faccia di vacanza. E pensi
alla città socialista?».
Ha vinto. E già mi sciolgo: «Non
arriverò a vederla» le rispondo.
quasi più deliziosa è della luce
come sfavilla tutta nuova al mattino…
«…asciuga il temporale di stanotte» — ride
la mia gioia tornata accanto a me
dopo un breve distacco.
«Asciuga al sole le sue contraddizioni»
— torvo, già sul punto di credere, ribatto.
Ma la forma l’immagine il sembiante
— d’angelo avrei detto in altri tempi —
risorto accanto a me nella vetrina:
«Caro — mi dileggia apertamente — caro,
con quella faccia di vacanza. E pensi
alla città socialista?».
Ha vinto. E già mi sciolgo: «Non
arriverò a vederla» le rispondo.
( Appuntamento a ora insolita, vv. 1-16)
Vittorio Sereni, Poesie, a cura di Dante Isella, Milano, Mondadori, 1995,