Elias Canetti, Il gioco degli occhi, Milano, Adelphi, 1998, trad. G. Forti
Tra le cose essenziali che si preparano dentro di noi ci sono gli incontri rinviati. Può trattarsi di luoghi e di uomini, di quadri come di libri. Vi sono città per le quali provo un'attrazione così forte come se fossi predestinato a trascorrervi una vita intera fin dall'inizio. Con mille astuzie evito di andarvi, e ogni volta che si presenta l'occasione di visitarle e vi rinuncio, sento aumentare a tal segno la loro importanza che si potrebbe quasi pensare che io sono ancora al mondo soltanto per quelle città e che sarei già scomparso da un pezzo se non ci fossero loro che continuano ad aspettarmi.
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Non vorrei nominare i libri ai quali continuo ancora oggi a prepararmi....