Che la vita fosse anche spreco, questo mia madre non l'ammetteva: cioè che fosse anche passione.
Perciò non usciva mai dal giardino etichettato pianta per pianta, dalla casa tappezzata di bouganvillea, dallo studio col microscopio sotto la campana di vetro e gli erbari. Senza incertezze, ordinata, trasformava le passioni in doveri e ne viveva.
Perciò non usciva mai dal giardino etichettato pianta per pianta, dalla casa tappezzata di bouganvillea, dallo studio col microscopio sotto la campana di vetro e gli erbari. Senza incertezze, ordinata, trasformava le passioni in doveri e ne viveva.
Ma ciò che muoveva mio padre ogni mattina su per la strada di San Giovanni - e me giù per la mia via - più che dovere di proprietario operoso, disinteresse d'innovatore di metodi agricoli, - e per me, più che le definizioni di doveri che via via mi sarei imposto -, era passione feroce, dolore a esistere - cosa se non questo poteva spingere lui a arrampicarsi per i gerbidi e i boschi e me a addentrarmi in un labirinto di muri e carta scritta? - confronto disperato con ciò che resta fuori di noi, spreco di sé opposto allo spreco generale del mondo.
Italo Calvino, La strada di S. Giovanni, Adelphiana 1971