Ezio Raimondi, Un'etica del lettore, Bologna, Il Mulino 2007
Dove siamo quando leggiamo? In quale tempo e in quale spazio ha propriamente luogo il singolare, fragile evento della lettura? Qual è lo statuto della nostra soggettività mentre sul libro, di frase in frase, si mobilitano insieme l'orecchio e lo sguardo, l'immaginazione e la voce?
Una volta un grande scrittore del Novecento, Thomas Mann, ha raccontato una sua esperienza di lettura intrecciandola a un'esperienza di viaggio.
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La solitudine diventa paradossalmente socievolezza, entro un rapporto certo fragile come sono fragili tutti i rapporti intensi e non convenzionali, che aspirino a essere autentici. E qui forse, tra il lettore e lo scrittore, si producono lo sguardo, la coscienza, il faccia a faccia di una vera e propria relazione etica. Anche per Thomas Mann leggere Il Chisciotte significava alla fine partecipare a un "vita etica superiore" in cui si affermava "il relativismo di ogni libertà";ed era riconoscimento che la libertà attinge il massimo di valore spirituale sullo sfondo di una "vera costrizione", tanto più vincolante in quanto si costituisce "dall'interno", con la consapevolezza auita che "il molteplice, non il semplice, prepara l'avvenire".
Un bell'elenco di libri recenti sulla lettura:
http://www.bibliotecasalaborsa.it/bibliografie/9043