martedì 2 settembre 2008

Beppe Sebaste: Oggetti smarriti

Sono seduto al bar con l’amico regista Giuseppe Bertolucci, e parliamo di “oggetti smarriti”, anzi, oggetti “trovati”. Gli descrivo lo storico e ormai secolare “Bureau des objet trouvés” a Parigi, al 36 di rue des Morillons, nel XV° arrondissement, impressionante e pittoresco museo della sbadataggine. Alla fine degli anni ’90 tra gli oggetti in giacenza si trovavano anche un’urna funeraria con tanto di ceneri del defunto trovata nel metrò, un teschio umano, statue di Gesù, e perfino un serpente scappato da uno zoo. (...)
Se si considera il numero impressionante di carte d’identità che vengono perdute e ritrovate, e giacciono nei depositi degli oggetti rinvenuti, nei lost & found italiani, ci si rende conto del desiderio di fuga, evasione o cambiamento della popolazione.
L’ufficio “oggetti smarriti” si chiama “degli oggetti rinvenuti”, ma continuo a pensare che la formula più appropriata dovrebbe essere quella che, in francese, definisce il vecchio “fermoposta” - quel servizio, oggi in via di estinzione, che permette di ricevere lettere negli uffici postali di ogni città -: cioè poste en souffrance, posta che “soffre” la mancanza del proprio destinatario, lettere in giacenza, smarrite e inutili come personaggi in cerca d’autore su un pirandelliano, burocratico scaffale; e che forse, come in Kafka, sono lette e assimilate solo dai fantasmi. (...)

Beppe Sebaste
http://beppesebaste.blogspot.com/

http://www.beppesebaste.com/

vedi ora il suo nuovo libro "Oggetti smarriti" ed. Laterza

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