giovedì 4 settembre 2008

Un poeta umoristico: Ernesto Ragazzoni

I DOLORI DEL GIOVANE WERTHER
(Da W. M. Thackeray)

Il giovane Werther amava Carlotta
e già della cosa fu grande sussurro.
Sapete in che modo si prese la cotta?
La vide una volta spartir pane e burro.

Ma aveva marito Carlotta, ed in fondo
un uomo era Werther dabbene e corretto;
e mai non avrebbe (per quanto c'è al mondo),
voluto a Carlotta mancar di rispetto.

Così, maledisse la porca sua stella;
strillò che bersaglio di guai era, e centro;
e un giorno si fece saltar le cervella,
con tutte le storie che c'erano dentro.

Lo vide Carlotta che caldo era ancora,
si terse una stilla dal bell'occhio azzurro;
e poi, vòlta a casa (da brava signora),
riprese a spalmare sul pane il suo burro.

Parole contro le parole

Oggi, non voglio far della poesia,

non voglio stare chiuso contro un tavolo.

Voglio prender la porta, andare via

andarmene, se càpita, anche al diavolo!

In un giorno di ciel, d'aria e di sole

posso seduto, fabbricar parole?



Io, come il vecchio Amleto, sono stufo

di parole, parole, ancor parole!

Fra tanti pappagalli, sono un gufo

e disdegno le chiacchiere e le fole.

Se si parlasse meno, quanto il mondo

piú felice sarebbe, e piú fecondo!



Abbasso i versi e chi li legge e scrive!

Primavera s'annuncia, e vo pei campi

a veder in che modo si rivive

senza bisogno alcun che se ne stampi,

o ne filosofeggino due o tre

sui sedili dei tram, e nei caffè!



Senza soccorso di poeti e sofi

le siepi vanno rimettendo il verde!

Su per le aiuole crescono i carciofi,

e l'asparago inver nulla ci perde

se vien fuori, a dispetto della critica,

senza affatto occuparsi di politica.



E cosí fa la mammola, e fa l'erba,

il pero, il melo, il mandorlo, il ciliegio

che una veste di fiori hanno, e superba,

e daran frutto, senza ciarle, egregio.

Se facessimo un poco come loro:

chiacchiere niente, e alquanto piú lavoro?

E. Ragazzoni,
Buchi nella sabbia e pagine invisibili. Poesie e prose, Einaudi, Torino 2000