venerdì 3 aprile 2009

La Tempesta

W. Shakespeare, La Tempesta, ... III.2

Be ne afeard; the isle is full of noises, / Sounds, and sweet airs, that give delight, and hurt not. / Sometimes a thousand twangling instruments / Will hum about mine ears; and sometimes voices / That, if I then had wak'd after a long sleep, / Will make me sleep again: and then, in dreaming, / The clouds methought would open, and show riches/ Ready to drop upon me; that, when I wak'd, / I cried to dream again.

Non aver paura. L'isola è piana di canti, di suoni e di dolci melodie che dilettano e non fanno male. Qualche volta mi ronzano nelle orecchie migliaia di strumenti pizzicati, e qualche volta delle voci, che, se anche mi sono allora svegliato da un lungo sonno, mi fanno addormentare di nuovo. Allora nel sogno mi pare che le nubi si aprano e mi mostrino dei tesori pronti a rovesciarsi su di me, in maniera che, quando mi sveglio, piango per voler sognare di nuovo.