venerdì 28 agosto 2009

Luce in Dante

Osip Mandelstam, Conversazioni su Dante, Il melangolo 1994


“...questa è la legge della materia poetica, materia che è convertibile e sempre in via di convertirsi, che esiste solo nello slancio dell’esecuzione”

“...le similitudini dantesche non sono mai descrittive, cioè puramente figurative. esse hanno sempre il concreto scopo di rendere l’immagine interna della struttura e della tensione… un istitnto di pellegrinaggio, di viaggio, di colonizzazione, di migrazione”

“Ogni parola è un fascio di significati, e un significato affiora da esso per irradiarsi in varie direzioni, senza mai convergerei in un solo punto ufficiale. pronunciando sole, noi compiamo una sorta di enorme tragitto a cui siamo talmente abituati che viaggiamo immersi nel sonno. la poesia si distingue dal linguaggio automatico proprio in quanto ci sveglia e ci riscuote nel bel mezzo della parola .questa risulta allora molto più lunga di quanto pensassimo, e ci rammentiamo che parlare significa essere sempre in cammino.


Vedi in Google Books:


Paolo Bollini, Dante visto dalla luna, Dedalo 1994