Osip Mandelstam, Conversazioni su Dante, Il melangolo 1994
“...le similitudini dantesche non sono mai descrittive, cioè puramente figurative. esse hanno sempre il concreto scopo di rendere l’immagine interna della struttura e della tensione… un istitnto di pellegrinaggio, di viaggio, di colonizzazione, di migrazione”
“Ogni parola è un fascio di significati, e un significato affiora da esso per irradiarsi in varie direzioni, senza mai convergerei in un solo punto ufficiale. pronunciando sole, noi compiamo una sorta di enorme tragitto a cui siamo talmente abituati che viaggiamo immersi nel sonno. la poesia si distingue dal linguaggio automatico proprio in quanto ci sveglia e ci riscuote nel bel mezzo della parola .questa risulta allora molto più lunga di quanto pensassimo, e ci rammentiamo che parlare significa essere sempre in cammino.
Vedi in Google Books:
Paolo Bollini, Dante visto dalla luna, Dedalo 1994