J. L. Borges, Oral, Roma, Editori Riuniti, 1981, trad. it. A. Morino
Tra i diversi strumenti dell'uomo, il più stupefacente è, senza dubbio, il libro. Gli altri sono estensioni del suo corpo. Il microscopio, il telescopio, sono estensioni della sua vista; il telefono è estensione della voce; poi ci sono l'aratro e la spada, estensioni del suo braccio. Ma il libro è un'altra cosa: il libro è un'estensione della memoria e dell'immaginazione.
(...)
Eraclito disse (l'ho ripetuto tante e tante volte) che nessuno scende due volte lungo lo stesso fiume. Nessuno scende lungo lo stesso fiume perchè le acque mutano, ma la cosa più terribile è che noi non siamo meno fluidi del fiume. Ogni volta che leggiamo un libro, il libro è mutato, la connotazione delle parole è diversa. Inoltre, i libri sono carichi di passato.
Ho parlato contro la critica ed ora mi smentirò (ma che importa smentirmi?). Amleto non era esattamente l'Amleto che Shakespeare concepì agli inizi del secolo XVII, Amleto è l'Amleto di Coleridge, di Goethe e di Bradley. Amleto è stato fatto rinascere. Lo stesso succede col Chisciotte. I lettori hanno arricchito il libro.
Se leggiamo un libro antico è come se leggessimo tutto il tempo che è trascorso dal giorno in cui è stato scritto per noi. Per questo è bene mantenere il culto del libro. Il libro può essere pieno di errori di stampa, possiamo non essere d'accordo con le opinioni dell'autore, ma serba sempre qualcosa di sacro, qualcosa di divino, non con rispetto superstizioso, ma col desiderio di trovare felicità, di trovare saggezza.
Questo è quanto intendevo dirvi oggi.
24 maggio 1978
La fondazione di San Telmo su Borges:
http://www.fst.com.ar/
Una scheda, la bibliografia, un'intervista:
http://www.minimumfax.com/persona.asp?personaID=18