venerdì 5 ottobre 2007

G. Bruno, Il candelaio: dedica

Giordano Bruno, Il candelaio, Torino, Einaudi, 1964


Alla signora Morgana B., sua signora sempre onoranda


Ed io a chi dedicarrò il mio Candelaio? a chi, o gran destino, ti piace ch'io intitoli il mio bel paranimfo, il mio bon corifeo? a chi inviarrò quel che dal sirio influsso celeste, in questi più cuocenti giorni, ed ore più lambiccanti, che dicon caniculari, mi han fatto piovere nel cervello le stelle fisse, le vaghe lucciole del firmamento mi han crivellato sopra, il decano de' dudici segni m'ha balestrato in capo, e ne l'orecchie interne m'han soffiato i sette lumi erranti?

(…)
A voi tocca, a voi si dona; e voi o l'attaccarrete al vostro cabinetto o la ficcarrete al vostro candeliero, in superlativo dotta, saggia, bella e generosa mia s[ignora] Morgana: voi, coltivatrice del campo dell'animo mio, che, dopo aver attrite le glebe della sua durezza e assottigliatogli il stile, — acciò che la polverosa nebbia sullevata dal vento della leggerezza non offendesse gli occhi di questo e quello, — con acqua divina, che dal fonte del vostro spirto deriva, m'abbeveraste l'intelletto.
(…)
Ricordatevi, Signora, di quel che credo non bisogna insegnarvi:

- Il tempo tutto toglie e tutto dà; ogni cosa si muta, nulla s’annichila; è un solo che non può mutarsi, un solo è eterno, e può perseverare eternamente uno, simile e medesimo. - Con questa filosofia l’animo mi s’aggrandisse, e me se magnifica l’intelletto. Però qualunque sii il punto di questa sera ch’aspetto, si la mutazione è vera, io che son ne la notte, aspetto il giorno, e quei che son nel giorno, aspettano la notte: tutto quel ch’è, o è cqua o llà, o vicino o lungi, o adesso o poi,
o presto o tardi. Godete, dunque, e, si possete, state sana, ed amate chi v’ama.



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Eugenio Garin su Giordano Bruno:

http://www.antrodellasibilla.it/filosofia12_bruno.htm#BRUNO