venerdì 26 ottobre 2007

lettera di marina cvetaeva a rilke

L’anno finisce con la tua morte? fine? inizio! sei tu a te stesso l’anno più nuovo. (caro, lo so, tu mi stai leggendo ancora prima che io scriva). rainer, ecco, sto piangendo, sei tu che mi sgorghi dagli occhi.
caro, se tu sei morto – vuol dire che non esiste nessuna morte (o nessuna vita!). non voglio rileggere le tue lettere, altrimenti mi verrà voglia di raggiungerti, di venire là – e non oso volerlo: tu sai bene che cosa è legato a questo “volere”.
rainer, ti sento immancabilmente dietro la mia spalla destra.
hai mai pensato a me? – sì, sì, sì –.
domani è l’anno nuovo, rainer – il 1927. ...come sono infelice.
ma non devo affliggermi! stanotte, a mezzanotte, brinderò con te. (tu sai come, colpirò il tuo bicchiere piano piano!).
Caro, fai in modo che io ti sogni spesso – anzi, no, non è giusto: vivi nel mio sogno. adesso hai il diritto di desiderare e di fare.
Io e te non abbiamo mai creduto nel nostro incontro qui sulla terra – come non abbiamo mai creduto in questa vita, non è vero? Tu mi hai preceduto (è stato più bello!) e per accogliermi bene mi hai prenotato non una stanza, non una casa, ma un intero paesaggio. ti bacio sulle labbra? sulle tempie? sulla fronte? naturalmente – sulle labbra, veramente, come un vivo.
caro, amami più forte e diversamente da tutto. non arrabbiarti – ti devi abituare a me, a come sono. cosa, ancora?
non è vero: non sei ancora in alto e lontano, sei proprio qui accanto, la fronte sulla mia spalla. non sarai mai lontano: l’irraggiungibile non è mai alto.
sei il mio caro ragazzo adulto.
rainer, scrivimi! (e’ abbastanza stupida la mia richiesta, vero?).
ti auguro buon anno e uno splendido paesaggio celeste!
marina
Bellevue, 31 dicembre 1926, 10 di sera

rainer. sei ancora sulla terra. non è ancora passato un giorno intero.


marina cvetaeva,lettera di marina cvetaeva a r.m. rilke, in il settimo sogno, trad. serena vitale, roma, editori riuniti, 1980.