Rainer Maria Rilke, Elegie duinesi,
Torino, Einaudi 1978, trad. it Enrico e Igea De Portu
Ma dimmi, chi sono , questi girovaghi, questi anche
un po’
più fuggitivi di noi, che fin da piccini
un volere sempre più scontento incalza e torce. Ma, per chi,
per amore di chi? li torce,
li piega, li intreccia, li lancia,
li butta, li acchiappa; come da un’aria oleata,
più liscia, piombano sul tappeto consunto,
liso dal loro eterno saltare, questo tappeto
perduto nell’Universo.
(…)
E a un tratto, in questo faticoso nessundove, a un tratto
l’indicibile punto, dove quel ch’era sempre troppo poco
Inconcepibilmente si trasmuta – , salta
In un troppo, vuoto.
Dove il conto a tante poste
Si chiude senza numeri.
(...)