sabato 19 maggio 2007

D. Walkott

Dereck Walkott, Mappa del nuovo mondo,
Milano: Adelphi, 1987, trad. G. Forti

Vivo sull'acqua,
solo. Senza moglie nè figli.
Ho circumnavigato ogni possibilità

per arrivare a questo: una piccola casa su acqua grigia,
con le finestre sempre spalancate
al mare stantio. Certe cose non le scegliamo noi,

ma siamo quello che abbiamo fatto.
Soffriamo, gli anni passano, lasciamo
tante cose per via, fuorchè il bisogno

di fardelli. L'amore è una pietra
che si è posata sul fondo del mare
sotto acqua grigia. Ora, non chiedo nulla

alla poesia, se non vero sentire:
non pietà, non fama, non sollievo. Tacita sposa,
noi possiamo sederci a guardare acqua grigia,

e in una vita che trabocca
di mediocrità e rifiuti
vivere come rocce.

Scorderò di sentire,
scorderò il mio dono. E' più grande e duro
questo, di ciò che passa là per vita.

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"L'amore con cui si rimettono a posto i frammenti di un vaso rotto è più forte di quello che ha creato la simmmetria che ne garantiva l'interezza"
(Dal Discorso per il conferimento del premio Nobel)